La Fitoterapia dalla A alla Z
“A” come…
Abete: Abies alba
L’abete bianco è una conifera sempreverde, tipica delle regioni montuose dell’Europa centrale. Dagli aghi della pianta si ricava un’essenza balsamica e antireumatica; mentre, dalle giovani gemme si ottiene un macerato glicerico che favorisce la corretta crescita e la riparazione delle ossa ed aiuta, inoltre, a combattere riniti e faringiti. L’olio essenziale contiene terpeni come limonene, fellandrene, borneolo, pinene, mentre il macerato glicerico è ricco in composti terpenici e ormoni vegetali embrionali che favoriscono la crescita della pianta, come auxine e gibberelline.
In ambito terapeutico l’abete bianco viene impiegato nei seguenti casi:
- Problemi di crescita: il macerato glicerico di abete bianco stimola l’accrescimento dell’apparato scheletrico, con un’azione trofica e rimineralizzante. Molto utile per gli adolescenti, si usa anche in caso di anemia e inappetenza. L’integratore alimentare costituito dal macerato glicerico è indicato oltre i 12 anni nella dose di 5 ml, da una a tre volte al giorno. È utile l’abbinamento con il gemmoderivato di betulla o di rosa canina.
- Disturbi respiratori: per liberare i bronchi, si versano 10 gocce di olio essenziale di abete in un diffusore ambientale. Per un massaggio decongestionante, diluirne poche gocce in olio vegetale e frazionarlo sul petto. In alternativa si possono versare alcune gocce di essenza in acqua calda per inspirarne i vapori.
- Osteoporosi e fragilità delle ossa o dei denti: per la sua capacità di fissare il calcio, il macerato glicerico di abete bianco è efficace in presenza di fratture, debolezza ossea o rachitismo. Si usa anche per rinforzare la dentatura e combattere problematiche quali la piorrea o le carie.
- Dolori articolari: i massaggi con l’olio essenziale di abete, diluito sempre in olio vegetale, servono per curare i dolori reumatici, l’artrite, l’artrosi ma anche strappi muscolari, contusioni e stiramenti.
Amamelide: Hamamelis virginiana
L’amamelide è un arbusto originario del Nord America e poi diffuso anche in Europa. Ha fiori gialli e frutti simili a noci ed è nota anche con il nome di “witch-hazel” cioè “strega-nocciolo” per le sue proprietà che la rendevano magica agli occhi degli antichi. I principi attivi si trovano nella corteccia dei giovani rami e nelle foglie. Questi contengono, infatti, tannini, flavonoidi (quali: quercetina, mircetina, astragalina, kaempferolo), terpeni e oli essenziali.
L’amamelide trova applicazione in caso di:
- Gambe gonfie: per riattivare la circolazione e combattere la stasi venosa, si assume oralmente l’estratto idroalcolico da una a tre volte al giorno diluiti in poca acqua. In alternativa si usano le capsule di estratto secco.
- Disturbi mestruali: in presenza di dismenorrea o di irregolarità del ciclo si assume l’estratto idroalcolico per cicli di almeno 20 giorni. Oppure si usano le capsule di estratto secco.
- Emorroidi: oltre ad assumere l’estratto idroalcolico, si possono fare impacchi col decotto ottenuto facendo bollire 10 grammi di foglie e corteccia di amamelide in 250 ml di acqua per 10 minuti, si fa raffreddare e si imbeve una garza da applicare localmente.
- Infiammazioni orali o cutanee: il decotto di amamelide o l’infuso vengono impiegati per praticare degli sciacqui poiché sono utili in caso di afte e gengiviti. L’impacco col decotto è efficace per lenire la pelle secca e screpolata, ma anche in presenza di dermatite, eritemi o irritazioni della pelle.
Artiglio del diavolo: Harpagophytum procumbens
“Artiglio del diavolo” è il nome popolare dell’arpagofito, una pianta originaria dell’Africa. Questo soprannome è dovuto alla presenza di spine sui frutti legnosi, che ricordano appunto degli artigli. La pianta, diffusa soprattutto nelle savane della Namibia e tra le sabbie del deserto del Kalahari, si sviluppa da un tubero primario, dal quale escono radici che danno origine ad altri tuberi e successive radici.
Tre i principi attivi presenti nell’artiglio del diavolo, spiccano tre glicosidi: arpagoside, arpagide e procombide. Questi composti sono molto efficaci come antinfiammatori, antireumatici e analgesici. I principi attivi dell’arpagofito riducono le citochine proinfiammatorie e placano il dolore in caso di infiammazioni croniche o lesioni. L’artiglio del diavolo è ricco anche di iridoidi amaricanti, che aiutano a sanare i disturbi digestivi. Nelle radici della pianta troviamo anche flavonoidi e fitofenoli, antiossidanti che coadiuvano l’attività antiflogistica dei glicosidi. Sono poi presenti tannini, dalla funzione astringente, e acidi aromatici (caffeico, cinnamico, clorogenico), dall’azione antinfiammatoria e diuretica.
L’artiglio del diavolo viene impiegato in caso di:
- Dolori articolari: è l’utilizzo più comune dei rimedi a base di artiglio del diavolo, i quali si sono dimostrati efficaci nel trattamento delle manifestazioni articolari dolorose, come artrosi e artralgie. Per una maggiore efficacia si può miscelare l’estratto idroalcolico di arpagofito a quello di equisetto. L’estratto idroalcolico serve anche per applicazioni esterne a scopo analgesico e antinfiammatorio.
- Torcicollo e mal di schiena: si può usare l’artiglio del diavolo per fare un impacco in caso di torcicollo e mal di schiena. Si mescolano due cucchiai di argilla verde con 50 gocce di estratto idroalcolico di artiglio del diavolo e oleolito di arnica, creando un composto cremoso. La miscela così ottenuta viene stesa su una garza e applicata sulla parte dolente, lasciandola agire per mezz’ora.
- Gotta: nella fase del dolore acuto alle articolazioni, dovuto all’accumulo di acidi urici si assumono 2,5 ml di estratto idroalcolico di arpagofito tre volte al giorno. Per trattamenti prolungati si assume due volte al giorno per periodi di 20 giorni, seguiti da 10 giorni di interruzione.
- Dolori muscolari e contusioni: gli impacchi con l’estratto idroalcolico, diluito in acqua, risultano efficaci per la cura di distorsioni, tendiniti o contusioni. A questo scopo si usano anche pomate gel, che svolgono un’azione topica sulle parti infiammate o dolenti. Si adoperano anche per effettuare massaggi defaticanti dopo l’attività sportiva.
Avena: Avena sativa
L’avena è un cereale coltivato fin dai tempi remoti, la cui droga è rappresentata dai frutti (cariossidi) ricchi di carboidrati, sali minerali, proteine, vitamine e fibre (in particolare betaglucani) e gli steli che contengono alcaloidi come la gramina e l’avenalumina, che agiscono sul sistema nervoso.
L’avena trova applicazione nei seguenti disturbi:
- Esaurimento psicofisico: in caso di astenia e stati depressivi è utile assumere l’estratto idroalcolico di avena tre volte al giorno, in quanto favorisce il benessere mentale e l’innalzamento dell’umore.
- Insonnia e agitazione emotiva: per favorire il sonno e la calma si utilizza l’estratto idroalcolico di avena unito all’estratto di passiflora.
- Infine, la farina di avena viene impiegata in caso di problemi cutanei quali ad esempio dermatiti, infiammazioni e acne. È indicata in caso di pelli delicate e facilmente arrossabili, come quella dei bambini.